Computer quantistici e IT security

Correva l’anno 2004, quando partecipavo al visionario seminario di CLUSIT “Crittografia Quantistica”; all’epoca i pionieri della nuova era del “quantum computing” si contavano sulle dita di una mano e le applicazioni più che altro teoriche o al massimo sperimentali.

Attualmente i computer quantistici sono reali; IBM ha presentato il suo prodotto commerciale (Q System One), Google sembra che abbia pronti dei chip quantistici a 53 qubit, ed anche altri player si sono messi in competizione per la prossima frontiera della elaborazione quantistica.

Un computer quantistico, in teoria, può eseguire computazioni che i processori classici attualmente disponibili non possono effettuare in tempi umani; tra queste, la rottura delle crittografie attualmente adottate, in tempi brevissimi (10.000 anni > 3 minuti).

Occorrerà quindi rifondare tutta la sicurezza delle informazioni, ivi comprese le credenziali di accesso a dispositivi e sistemi; username e password, con l’adozione progressiva di computer quantistici, non avranno più nessuna utilità; verranno meno anche tutte le applicazioni derivanti dalla crittografia a chiave pubblica, come la firma digitale e la posta elettronica certificata.

Dopo quasi due decadi di studio, siamo prossimi ad una svolta epocale; ancora la tecnologia quantistica non è a disposizione di tutti (attualmente i sistemi devono operare a temperature prossime allo zero assoluto), ma ci dicono che sono allo studio chip operanti a temperatura ambiente.

In Europa ed Italia sono allo studio alcuni progetti tesi alla adozione – su larga scala – di tecnologie di comunicazione quantistica, come OPENQKD, già allo studio sin dagli anni 2000.

Di sicuro le tecnologie quantistiche arriveranno nella nostra quotidianeità; non vedo l’ora che ciò accada, ma spero che i ricercatori, gli informatici, i legislatori e tutti i soggetti coinvolti abbiano una visione illuminata ed un approccio garantista e collaborativo.

Come spesso avvenuto in passato, nuove tecnologie portano nuovi problemi e coloro che ne fanno quasi sempre le spese sono gli individui; specialmente la loro privacy.